Presentazione
del Prof. Marino Niola
Sono trascorsi ormai quasi tre secoli
da quando Charles de Brosses, nel 1737, defini' il miracolo di
San Gennaro un graziosissimo capitolo di chimica, una trappola
acchiappagrulli. Da allora una ininterrotta diatriba ha contrapposto
due schiere agguerrite. Da una parte gli scettici , dall'altra
i credenti si son combattuti, per lo più per mostrare
gli uni la falsità, gli altri la verità del miracolo.
Finendo cosi' per ridurre una questione simbolica tanto complessa
ad un quesito referendario.
Ciò ha spesso posto in second'ordine le ragioni "proprie"
di un fenomeno: la sua genesi, il suo significato, le sue costanti
e le sue metamorfosi, la sua permanenza e, questione di portata
decisiva, il suo simbolismo. Ovvero il linguaggio nel quale il
fatto viene enunciato, codificato, comunicato e trasmesso. E'
ben nota la centralità simbolica del sangue nel Mezzogiorno,
ma soprattutto a Napoli.
Sono tante, e circondate da un'aura particolarmente miracolosa,
le numerose ampolle e fiale contenenti il sangue di santi e beati
che hanno rigato di innumerevoli rivoli scarlatti l'anima religiosa
della città. Tante liquefazioni prodigiose che hanno,
proprio nel miracolo di San Gennaro, il loro paradigma. San Giovanni
Battista, Santa Patrizia, Pantaleone, Andrea Avellino, moltissimi
altri. Fonti ormai secche, però, con l'eccezione di Patrizia.
Era tale il numero delle ampolle miracolose, orgoglio e vanto
dei monasteri più potenti, che Jean Jacques Bouchard nel
1632 defini' Napoli urbs sanguinum, ovvero la "città
dei sangui". Come un filo di Arianna la geografia del sangue
lega diversi tempi e culture che compongono la storia napoletana
e la sua geologica stratificazione. Dove il corpo ed il sangue,
ovvero i riferimenti più arcaici, sono ancora attuali.
Lucia Malafronte e Carmine Maturo ci invitano a dipanare alcuni
interessanti fili di questa mappa mettendoci sulle loro tracce,
seguendoli nella loro flanerie nello spazio e nel tempo. Nella
convinzione che dietro il folklore, e persino dietro il colore,
c'è sempre un giacimento culturale che chiede solo di
essere riportato alla luce.
In questo senso il lavoro dei due autori diventa un metafora
del compito cui sono chiamate oggi le energie migliori di cui
questa città è ricca. Far riemergere le ragioni
nascoste di una potenzialità attrattiva, di cui per il
momento affiora solo lo scintillio del passato, facendola rifluire
nel presente, in quella circolazione più ampia che costituisce
oggi il vero flusso sanguigno del villaggio globale. Facendo
scorrere Napoli nelle vene del mondo.
< home >< autori >< indice
>< per saperne
di più > |